martedì 20 novembre 2012

Mario Benedetti, Grazie per il fuoco, Milano, Il Saggiatore, 1972, p. 239



“Niente vale la pena. Questo paese è una merda. La prova è che nessuno ha avuto abbastanza coglioni da ammazzarmi. Prendi nota. Se un giorno qualcuno mi ammazza, allora può darsi che questo paese abbia una via d’uscita, possa salvarsi. Non è sicuro, ma almeno ci sarà una possibilità. Se invece muoio tranquillamente nel mio letto, assistito da quell’imbecille del mio medico, da quel coglione di mio figlio, dalla mia bella nuora, dal mio vispo nipote, da quell’avvoltoio del mio notaio, e anche dagli occhi lucidi dei miei presunti eredi, se muoio tranquillamente della mia emorragia cerebrale o del mio infarto privato, allora vorrà dire che questo paese è fottuto, che ha perso per sempre i suoi riflessi”.